FU SERVITA LA CENA

dialogo fra Hannah Arendt e Adolf Eichmann

Per non dimenticare...

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Nicoletta La Terra

Hannah Arendt
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Claudio Monteleone

Adolf Eichmann
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Alessandro Arieti

Violino

Spettacolo liberamente tratto da “Eichmann, dove inizia la notte” di Stefano Massini che si avvarrà di due attori di rilevante esperienza e formazione artistica, Nicoletta La Terra e Claudio Monteleone, e del violinista Alessandro Arieti. Un allestimento molto simbolico e di grande effetto nella sua semplicità si propone di  stimolare la riflessione non solo sugli eccidi terribili dei campi di sterminio, ma anche sulle motivazioni o giustificazioni personali dei protagonisti.
Il testo propone un dialogo immaginario tra Anna Arendt e Adolf Eichmann incentrato sull’interrogativo di come sia stato possibile attuare lo sterminio della Schoah. La tesi di Arendt della Banalità del male si impone e si chiarisce sulle risposte del responsabile delle deportazioni.
Nel 1960 viene arrestato in Argentina Adolf Eichmann, il gerarca nazista responsabile di aver pianificato, strutturato e dunque reso possibile lo sterminio di milioni di ebrei. Dai verbali degli interrogatori a Gerusalemme, dagli atti del processo, dalla storiografia tedesca ed ebraica oltre che dai saggi di Hannah Arendt, Stefano Massini trae questo dialogo. Il testo è un atto unico, un'intervista della stessa Arendt a colui che più di tutti incarna la traduzione della violenza in calcolo, in disegno, in schema effettivo. In un lucidissimo riavvolgere il nastro, Eichmann ricostruisce tutti i passaggi della sua travolgente carriera, dagli albori nella piccola borghesia travolta dalla crisi fino all'ebbrezza del potere, con Hitler e Himmler raccontati come mai prima, fra psicosi e dolori addominali, in un tripudio di scuderie, teatri e salotti. Da una promozione all'altra, in un crescendo di poltrone, prestigio e denaro, si compone lentamente il quadro della Soluzione Finale, qui descritta nel suo aspetto più elementare di immane macchina organizzativa: come si sperimentò il gas?
Quando fu deciso (e comunicato) l'inizio dello sterminio? Come si gestiva in concreto l'orrore di Auschwitz? Ed ecco prendere forma, passo dopo passo, una prospettiva spiazzante: Eichmann non è affatto un mostro, bensì un uomo spaventosamente normale, privo di alcun talento se non quello di trarsi d'impaccio, capace di stupire più per la bassezza che per il genio. Incalzato dalle domande della filosofa tedesca, egli si rivela il ritratto squallidissimo dell'arrivismo, della finzione, del più bieco interesse personale, ma niente di più. È mai possibile che l'uomo più temuto da milioni di deportati, il cui solo nome incuteva terrore, fosse un essere così vicino all'uomo medio? Contraddittorio, superficiale, perfino goffo, Eichmann assomiglia a noi più di quanto si possa immaginare. Ma è proprio qui, in fondo, che prende forma il male: nella più comune e insospettabile piccolezza umana.

Claudio Monteleone

Formatore, attore, autore, regista, illustratore, mi concentro sulla conduzione di laboratori centrati sullo sviluppo della personale energia espressiva come concetto di Libera Espressione di Sè, esplorando le dinamiche dell'Animalità Teatrale, Dizione, Comunicazione, Storytelling, recentemente in collaborazione con l'Università di Pisa e la Fondazione Teatro Goldoni di Livorno.

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Regista

Franco Santni

Responsabile di distribuzione
Franco Santni
Responsabile tecnico
Franco Santni